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sette ponti

13/5/2021

[val Dubbione in val Chisone]

foto di Ivonne Favro
provincia

La Val Dubbione si apre alla sinistra orografica della Val Chisone, in provincia di Torino, e sale fino a Punta dell'Aquila 2119m, valle del torrente grandubbione.
Il torrente è alimentato dal Rio Gleisassa che è attraversato dai famosi 7 ponti.

Nel 1697 la valle apparteneva al regno di Luigi XIV.

Alla fine del 2016 il torrente è esondato e la zona è stata colpita da una grave alluvione che ha provocato danni alla "strada santa" che costeggia il torrente e il rio.




valle
    clicca qui per una visuale più ingrandita
dislivello cumulato 245 m in circa 5.8 Km totali
           
 
Portarsi in Val Chisone, poi a Pinasca e risalire verso nord fino all'inizio di Rocceria. Il posteggio si trova sul ciglio della strada. Il casotto che si intravede verso destra ci indica l'inizio del sentiero che scende ai ponti.
E' una facile gita per tutta la famiglia, semplice e senza pericoli ma occorre comunque sempre prestare molta attenzione.
All'inizio si trova il cartello per raggiungere la chiesetta dei Valdesi, ma è solo per escursionisti esperti. Clicca qui per leggerlo ingrandito.

Il sentiero è molto ben tracciato e s'inoltra tra gli alberi. Si trasforma anche in un ciottolato non difficile passando tra arbusti che formano quasi una simpatica galleria ariosa.
Abbiamo anche trovato i grandi cartelli con illustrata, a vignette, la vicenda dei partigiani intitolata "Il 10 maggio di Riccardo Richiardone", con molti altri più avanti.
                      primo Ponte      
Appare il primo ponte nominato Ponte dei Mulinas a quota 935m, in legno, permette di attraversare il rio Gleisassa che raccoglie le acque che scendono dalla Punta dell'Aquila di 2119m chiamate Rio della Miniera.
Si passa, in questo modo, sulla sinistra del Rio e dal ponte si vede una simpatica cascatella.
Il sentiero poi si restringe passando in una specie di gola dove si vede il secondo ponte detto delle Gleisasse a quota 924m. In questo modo passiamo nuovamente alla destra del Rio.
Il ponte si chiama come il corso d'acqua ed è in acciaio, come il successivo, perchè sono stati ricostruiti dopo l'alluvione che ha fatto parecchi danni.
            secondo Ponte    
Ponte in metallo che si presenta appeso con tiranti di acciaio, ma che non ha nulla a che vedere con i ponti Tibetani. E' percorribile anche da bambini e non richiede la minima imbragatura, la base poi ha una griglia fissa continua.
Ci troviamo sotto la ripida scarpata. Il suo nome è quello del Rio:
Il terzo ponte è senza cartello del nome, ma mi dicono che si chiamasse "lusera" perchè vicino alla cava da cui si estraevano le "lose", pietre piatte per tetti e/o pavimenti esterni.
    terzo Ponte                
Continuando il sentiero si arriva ad un'area attrezzata con tavoli. Ci sono anche cartelli che indicano e illustrano le vie di arrampicata e il giro attrezzato per escursionisti esperti.

I cartelloni parlano della comunità Valdese, ma anche di alberi, di animali della zona, della canalizzazione delle acque e delle carbonaie, lavoro importante a quei tempi.

quarto Ponte
Ponte del Visch quota 860m

I ponti sono tutti molto ben tenuti, evidentemente agiscono con una manutenzione periodica.


Il ponte successivo prende il nome dal Rio che scende dal Monte Cucetto 1692m.
Secondo la suddivisione delle Alpi, SOIUSA, il monte appartiene alle Alpi Cozie del Monginevro.
                  quinto Ponte    
Ponte Rio Chiabreiro q. 845m, continuiamo a scendere in questa conca abbastanza stretta ma bella.

  sesto Ponte
Ponte di Roca Rusa
quota 820m



Il Rio, a volte, gioca qualche scherzo ottico con i chiaro-scuri....
    guarda bene il centro della foto

      vedi la figura che non esiste?
Il Rio ha tratti più impetuosi e tratti più tranquilli, l'acqua è molto pulita e non è ingombro da rami secchi.
Qui una piscinotta.
          settimo Ponte                            
Siamo all'ultimo Ponte dei Cianaiass quota 812m.
Il sentiero continua nel bosco giungendo alla passerella che attraversa il canale di irrigazione ora asciutto.             Trovo però anche un piccolo/grande cuore
Proseguendo nel sentiero di destra, diritto a noi arriviamo alla cappella di Serforan costruita sullo strapiombo roccioso e dedicata alla Madonna della Neve. E' stata edificata nel 1903 come ricordo degli amici di Don Forchino, il parroco di Tagliaretto, in una vasta zona aperta e soleggiata.
Attraverso la grata ho ripreso il quadro messo più di recente dopo i numerosi restauri.

Per il ritorno pensiamo di scendere con il sentiero basso verso il fiume, oltrepassare il ponte delle Piane per risalire nella Comba dei Traversi, ma purtroppo il ponte non esiste più, solo due tronchi per fare il passaggio in equilibrio, non ci fidiamo e ritorniamo per i sette Ponti.
Ancora una bella sorpresa.
Quest'albero mi fa pensare a "l'urlo" di Edvard Munch, i bellissimi dipinti del ciclo Fregio della vita dell'artista norvegese.
La sua reazione di paura all'urlo della natura che dice di aver sentito osservando un intenso tramonto rosso sangue.
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