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le 20 tesi d'arte

Arte romanico gotica

1966 - testo e disegni di
                              Ivonne Favro

Sant'Antonio di Ranverso     -     TO

                     
 
La chiesa abbaziale di Sant'Antonio di Ranverso (TO) è situata nella splendida conca delle prealpi moreniche piemontesi, nei pressi dell'antica strada che conduceva in Savoia, sul tratto della Via Francigena proprio all'inizio della Valle di Susa.
L'abbazia è stata fondata nel 1150 dai monaci dell'ordine ospitaliero di Sant'Antonio provenienti da Vienne in Francia. Questi monaci si dedicavano attivamente all'assistenza sanitaria, morale ed anche economica degli abitanti della vallata fiorentissima a quel tempo, nonchè ai pellegrini che passavano per quella importante strada. Subito vicino all'abbazia essi costruirono anche un ospedale, del quale rimane solo più la facciata, dove curavano in special modo gli ammalati di Fuoco Sacro, detto anche Fuoco di Sant'Antonio. Crescendo di importanza, l'abbazia ebbe presto la protezione di Umberto III, il Beato, di casa Savoia.
Il complesso dell'edificio non può essere inquadrato nello schema stilistico delle architetture cistercensi dato che esso crebbe liberamente con sistemi di costruzione già in uso presso le locali maestranze edili. Il monumento si può definire piuttosto ispirato a quei caratteri regionali romanico-gotici che in Piemonte durarono sino al secolo XVI notevolmente influenzati dall'arte francese.
La primitiva costruzione cominciava dal muro di fondo del pronao (in nero in pianta) e comprendeva una sola navata che terminava con l'abside semicircolare, quello tratteggiato in pianta. Nel secolo XIII, in un primo ampliamento, venne sostituito all'abside il presbiterio a pianta quadrata con volta a crociera; dopo pochi anni vennero costruite le cappelle laterali di sinistra, la navata destra e la sacrestia.
Verso la fine del secolo XV vennero eseguiti nuovi e importanti lavori forse in seguito a donazioni fatte all'abbazia e all'aumentato numero degli officianti.
Il campanile, compreso nel precedente ampliamento della chiesa, venne rialzato così da risultare una sovrapposizione d'arte gotica alla romanica primitiva. Al piano terminale della torre a tre piani, due dei quali rischiarati da bifore, è sovrapposta una cuspide ottagonale.
In corrispondenza degli spigoli si innalzano quattro pinnacoli riproducenti all'incirca quelli della facciata. Inoltre l'abside venne continuato a pianta poligonale con robusti contrafforti sui quali furono elevati altrettanti pinnacoli.
La parte più interessante è la facciata, costruita sul finire del secolo XIV.
Essa rappresenta tre fornici costituiti da archi a sesto acuto completati da archi a centro ribassato del tipo "Senese" fiancheggiati da sviluppatissime strombature. Lo scarso intervallo fra la strombatura d'un fornice e l'altro è occupato da contrafforti senza grande importanza strutturale date le piccole dimensioni dell'edificio. Le strombature determinano delle ghimberghe, ovvero frontoni molto acuti, ma anziché terminare col consueto fiore cruciforme sono sormontate da pinnacoli. Lateralmente sono costituite da mattoni stampati formanti tortiglioni e lesene intagliate a losanga, foglie di quercia rampanti con il caratteristico rigonfiamento a palla, foglie di vite con grappoli alternati da gusci o tondini lisci.
Una cornice decorata da archetti acuti lobati divide la facciata in due grandi parti, la superiore ha una decorazione geometrica a chiaroscuro di carattere rinascimentale, dipinta circa 80 anni dopo la costruzione della facciata. Su detta cornice appoggiano due finestre monofore ad arco acuto trilobato incorniciate di cotto. Più in alto, al centro, vi è una finestra a ruota con pilastrini divisori disposti a raggera. Sopra il tetto, e arretrato di un metro, sorge un attico che segue l'inclinazione delle falde ed è coronato da una ricca cornice in cotto con ai lati e al centro tre pinnacoli.
Internamente, sul lato sinistro, il portico presenta ancora i caratteri romanici in specialmodo nei capitelli dei pilastri a fascio e in quelli pensili decorati con animali e mostri, eseguiti rozzamente in pietra comune assai simili a quelli della Sacra di San Michele, sul monte poco distante. Visibili sono le cordonature delle crociere a carattere ogivale, a sesto acuto. Tutto ciò denota il gusto di un artigianato locale al quale si devono altresì le decorazioni più tarde ma non meno notevoli, sparse per la regione.

Fra le pitture dell'interno, oltre a quelle dovute al torinese Jaquerio di gusto primitivo anche se operate in pieno Quattrocento, è di grande importanza il famoso polittico del piemontese Defendente Ferrari, eseguito nel 1530.

Alla chiesa è aggiunto un chiostro, in parte conservato, le cui volte romaniche sono a crociera con costoloni.

Oggi, benchè in parte alterato, il monumento ci parla ancora dell'antico Piemonte e della sobrietà dei suoi costumi.
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